Cinquant’anni di carriera?
Non è roba per tutti ma non è neanche un record impossibile da realizzare.
La cosa più ardua, invece, a mio modesto avvviso, è spendere questo mezzo secolo come ha saputo farlo Costanzo Gatta.
Senza mai fermarsi a guardare indietro, senza un attimo di sosta, senza neanche il tempo di tirare un respiro più lungo del normale.
E soprattuto “come” trascorrerli.
Costanzo lo ha fatto in modo costantemente brillante, da perennemente curioso, da interessato praticamente “a tutto” ma, al tempo stesso, da uomo capace di sottilissimi e raffinati approfondimenti su questo o quel fatto, su questo o quel personaggio, su questa o quella situazione.
E lo ha fatto anche da creativo, da artista.
Sì, da scrittore, drammaturgo, regista e chissà cos’altro ancora che io non sono arrivato a sapere. Non mi stupirei se sapesse suonare da maestro l’arpa birmana o la viola celtica (sempre che esista uno strumento del genere)
Nella sua incredibile casa bresciana, invasa da libri e documenti, Costanzo colleziona di tutto: stampe, orologi, statuine, pinocchi di ogni dimensione e di ogni materiale, eccetera eccetera eccetera.
Sono sicuro che per cento anni ancora, nella vita, continuerà a collezionare successi.
Bonera.2