Attenzione: qui si trattano OVVIETÀ NON PERCEPITE: spunti di riflessione su quegli argomenti che sembrano banali e scontati ma che, per molteplici quanto validissime occasioni, molto spesso non risultano affatto tali.
Ha rappresentato per decine e decine di anni, insieme a una sorella/cugina nobile e altera almeno quanto lei, il fiore (gardenia appuntata su un irreprensibile doppiopetto grigio) all’occhiello del movimento bancario italiano.
Ha accompagnato, con pari perizia e avvedutezza, sia gli inizi dello sviluppo industriale nazionale che la crescita (e la rinascita, dopo il disastro bellico) del risparmio familiare italiano.
Sì è distinta negli anni ’90, dopo che il timone della nave era stato affidato a un grande capitano (all’epoca, secondo esperti e media il più grande di tutti, quasi in “Profumo” di santità) per una crescita tumultuosa e almeno in apparenza- inarrestabile e irreversibile.
Incremento annuo dei profitti fisso a due cifre, fusioni a catena all’interno e clamorose acquisizioni all’estero, apertura ai limiti del compulsivo di una grande quantità di sportelli in città e province.
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Il tutto dall’austera, prestigiosa e storica sede dell’Istituto in piazza Cordusio, infissa nel pieno centro di Milano come un chiodo d’oro.
Il passo successivo, un grande riassetto organizzativo, tecnico e logistico: via dalla vecchia casa, la Direzione si trasferisce nelle avveniristiche torri di Piazza Gae Aulenti, nuovo salotto modaiolo di Milano che conferisce prestigi e bellezza a un’area fino a quel punto piuttosto abbandonata e degradata. Superbi grattacieli che gridano la loro sfida tecnologica alla terra e al cielo di una Banca che vuole apparire ed essere moderna quanto ambiziosa.
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E siamo ai nostri giorni: stando a quanto si dice (mettiamo in evidenza questi rumors, in attesa di conferme, esclusivamente a titolo di cronaca), sembra che per ragioni di risparmio, anche le svettanti torri potrebbero essere presto abbandonate, mediante un trasferimento degli uffici centrali e forse anche della stessa Direzione… chissà dove.
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Sì, ma qual è l’Uovo di Colombo del giorno? Presto detto.
Il cuore e la mente di noi umani, ma anche quelli di un’impresa o di una banca, sono organi che manifestano ciascuna le proprie esigenze e reclamano ciascuna le proprie ragioni.
E questo vale anche per la pancia (ventre), naturalmente, intesa come governo delle funzioni più primordiali: la fame, la sete e altri istinti materiali.
Nessuno, e tantomeno il sottoscritto, nega la possibilità (a volte la necessità) di compiere scelte ispirate dalle necessità più basilari, come possono essere per esempio, per un’azienda, quelle dettate dal conto economico. Ma se ciò si fa trascurando completamente quella irrinunciabile ambizione da estendere anche all’immagine che di sé si vuole dare all’esterno (la testa) e il sempre dovuto rispetto per le proprie tradizioni e la propria non banale né trascurabile Storia, è come costringersi a intraprendere un viaggio camminando su una gamba sola.
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Patrizio Pacioni (*)
(*) Scrittore, drammaturgo e blogger