La prima cosa che si avverte varcando la soglia della porta blu per la quale si accede alla sala del Piccolo Cinema Paradiso (a Brescia, in via Francesco Lana 15 – tel. 3755173573), è la sensazione che il tempo, lì, passi le giornate a girare su se stesso e giochi a scivolare come un grosso felino lungo le pareti della penombra che domina l’intera stanza. Luoghi come questi, mistici e fragili al contempo, conservano la propria identità culturale grazie alle donne e agli uomini che ne ampliano e ne arricchiscono la storia attraverso l’arte che di volta in volta portano con sé.
Tutto questo è stato immediatamente chiaro dal momento in cui Arup e Jamal hanno appoggiato le loro mani sugli strumenti che di lì a poco avrebbero suonato con tutta la maestria del mondo.
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Arup Kanti Das e Jamal Ouassini: due musicisti fortissimi che con il loro YATRA PROJECT hanno consegnato al pubblico del Piccolo Cinema Paradiso uno spettacolo che va ben oltre il concetto di performance. Il progetto è un viaggio (yatra vuol dire appunto “viaggio” in hindi e in sanscrito) attraverso gli strumenti musicali intesi come archivi storici dell’umanità e comprende in realtà un terzo nome, quello di Ashanka Sen, assente alla serata per motivi di salute, come spiega Ouassini prima dell’esibizione.
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La serata è un’illuminazione collettiva. Un violino e i tamburi delle tabla, Jamal ed Arup, Tangeri e Calcutta, uno in piedi e l’altro seduto a terra. I corpi dei due artisti, sopportando la tensione e lo scontro che si creano con gli strumenti, restano piegati per tutto il tempo su di essi, riuscendo a farne scaturire note con le quali la platea riesce a dialogare. Chiudere gli occhi e lasciarsi trascinare è un dovere per tutti i presenti. Il violino volteggia prima a destra e poi a sinistra assecondando e accompagnando il respiro della stanza, mentre le mani di Arup discendono come tuoni sulle tabla in un’esasperante marcia attraverso tutta l’Asia. L’atto meschino (si scherza, naturalmente!) di riaccendere le luci a fine spettacolo, viene ben presto dimenticato dai presenti grazie al cibo gustoso del dopo spettacolo e all’atmosfera di condivisione che solo luoghi come il PCP riescono a creare.
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Federico Ferrari
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L’articolo che avete appena letto è il primo intervento di un nuovo amico che, ne siamo certi, contribuirà ad arricchire di contenuti questo blog, come hanno fatto altri prima di lui e come, ci auguriamo, faranno ancora molti altri in un prossimo futuro, per rendere questo contenitore sempre più completo e interessante. Adesso, però, ritengo opportuno (prima ancora che doveroso) sottoporvene un’adeguata presentazione.
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