Le uova di Colombo (30) – Perché è più facile difendersi dai malvagi che dai fessi!

Attenzione: qui si trattano OVVIETÀ NON PERCEPITE: spunti di riflessione su quegli argomenti che sembrano banali e scontati ma che, per molteplici quanto validissime occasioni, molto spesso non risultano affatto tali.

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Primo maggio, Festa del Lavoro.

A danneggiare e deturpare la statua dedicata a Tex Willer all’interno dei giardinetti di Via Mac Mahon a Milano, però, dev’essere stato un imbecille (o più imbecilli, visto che gli animali di questa specie o sottospe di essere umano amano imbrancarsi) che a lavorare non ci pensa nemmeno, impegnato com’è nella sua alacre attività da ottuso teppista. L’età dell’autore di un gesto talmente sconsiderato, sulla quale molti hanno discettato quasi a volerne in qualche modo attenuarne la portata e la gravità, mi sembra un fattore di assai bassa (per non dire nulla) valenza.

La scultura (donata al Comune dalla famiglia Bonelli e ideata e realizzata da Jana Bartosova e Giovanni Ticci)  raffigura il popolarissimo ranger, infallibile cecchino sia con le colt che con il winchester, padre del focoso Kit e fraterno amico del leggendario Kit Carson e del fiero pellerossa Tiger Jack, accanto al fedele cavallo Dinamite.

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Due statue gemelle sono presenti a Roma nel quartiere Torrino Mezzocamino e a Montecarlo, residenza per qualche anno dell’editore Bonelli.

Sono più di settant’anni che l’eroico e implacabile paladino della giustizia e dell’integrazione razziale (con il nome di Aquila della Notte è agente indiano e sakem delle tribù Navajos) cavalca, spara e tira pugni nelle praterie e nei canyon del selvaggio ovest americano del post- guerra di secessione. Gli albi delle sue avventure, disegnati da autentici maestri, i più validi talenti del fumetto nazionale e internazionale, sono arrivati a vendere ben 700.000 copie ogni mese.

Considerato che ogni albo di fumetti, prima di essere buttato o riposto negli scaffali degli appassionati collezionisti, passa più volte di mano, moltiplicando i fruitori delle avventurose imprese del ranger dal tormentato passato e dalla ferrea volontà, non credo di essere troppo distante dalla realtà ipotizzando una platea di lettori arrivata a circa ben quattro milioni in un singolo mese.

Arrivati a questo punto, però…

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Venghino, venghino, Signore e Signori! Mi voglio rovinare! 》(proprio come erano soliti dire gli imbonitori da fiera dei bei tempi andati)

Oggi di uova di Colombo non ve ne vendo una sola, e neanche due, ma ben tre al prezzo di una!》

Il primo ovetto, non freschissimo, per la verità, e per di più già ampiamente trattato in questa stessa rubrica, è l’incredibile prolificità di quella sconosciuta ma sempiterna, ovunque presente e infaticabile Grande Madre dei Cretini.

Il secondo coincide con la constatazione che certi obbiettivi “artisticamente e culturalmente sensibili” (e il fumetto, almeno un determinato fumetto che -come Tex appunto- ha accompagnato e in qualche modo condizionato la crescita e la formazione di tante generazioni è un valore culturale) andrebbero tutelati meglio di quanto non si sia fatto finora. Magari attraverso l’installazione di strumenti di videosorveglianza adeguatamente posizionati e operativi h24.

Il terzo ovetto covato e rinchiuso in questo articolo, probabilmente il più importante, è la riprova che anche episodi squallidi come quello in argomento, ad altro non servono a dimostrare con assoluta certezza un consolidato postulato: si può pestare a sangue un essere umano, sottomettere con forza brutale un popolo intero, oppure vandalizzare un monumento o un’opera d’arte, ma mai, dico mai, nessuno riuscirà a ridurre in polvere e frammenti un’idea…. o un Sogno.

Proprio come quello, guarda caso, che molti di noi hanno vissuto e continuano a vivere nel rude e crudo west di Tex Willer.

Suerte, pards y compañeros! Ci si rivede per la prossima frittata!》

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Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è PatCdSott20Rid.jpg    Patrizio Pacioni (*)

(*)  Scrittore, drammaturgo e blogger