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Chiunque abbia una pur minima frequentazione con le rubriche di recensione letteraria in generale sa che il cosiddetto”libro giallo” non risulti uno degli ospiti più frequenti e celebrati.
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Se è pur vero, però, che “di notte tutti i gatti son bigi”, (proverbio che, a quanto pare, abbia fatto suo Benjamin Franklin, scienziato e Padre Fondatore degli Stati Uniti d’America, dopo un occasionale convegno amoroso con una donna più anziana e poco avvenente), è altrettanto vero che Ex Libris è una rubrica di recensioni diversa dalle altre che, come unico steccato ha quello che divide i buoni libri dagli altri.
E quelli di Enrico Luceri, giunto al secondo passaggio in questo nostro cortile letterario (il primo è stato quello dedicato a «Le notti della luna rossa» cui si fa cenno anche più avanti in questo articolo e che potrete leggere, se lovorrete, cliccando sul link sottostante) sono senz’altro buoni.
https://cardona.patriziopacioni.com/ex-libris-31-per-luceri-delitti-come-ciliegie-uno-tira-laltro/
Chi avrà la bontà di continuare a leggere questa recensione avrà modo di capire compiutamente il come e il perché di questa mia perentoria affermazione.
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La trama :
Roberto Salazar, uno dei più grandi agenti letterari d’Italia, viene trovato morto, travolto da un’auto pirata mentre attraversava la strada per buttare la spazzatura. Per essere un semplice incidente, tuttavia, le coincidenze sono troppe, e il commissario Tonio Buonocore inizia a scavare nella vita e nel passato della vittima per vederci chiaro. Gli elementi che emergono sono tanti e il quadro si fa sempre più complesso: Salazar era un uomo cinico quanto abile, invidiato e temuto, odiato da tanti. Troppi. Una giovane seconda moglie, un figlio con cui non parlava da anni, collaboratori ambiziosi, autori insoddisfatti. Man mano che l’indagine prosegue, i tasselli del puzzle si moltiplicano, e Buonocore deve usare tutto il proprio acume per tirare le linee di collegamento tra i possibili sospettati. Ma la via più breve per unire due punti, il rapporto più facile e immediato tra due persone, non sempre corrisponde alla verità. Buonocore sa bene che quella linea retta è un’illusione. Solo esaminandola con la lente di ingrandimento si capisce che è formata da tante curve: equivoci, malintesi, rancori repressi, segreti indicibili e imprevedibili e talvolta… sconvolgenti.
Il protagonista :
L’introverso e riflessivo commissario napoletano Antonio (Tonio) Buonocore, è da qualche tempo costretto dal proprio medico a barattare le amate sigarette con una serie infinita di bastoncini di liquirizia (che certamente non danneggiano bronchi e polmoni, ma il cui abuso contribuisca non poco a favorire la pressione alta). Innamorato della prima impressione, della prima idea scaturita dal sopralluogo sulla scena del delitto, che spesso si rivela quella giusta.Lo stravagante poliziotto che interroga testi e sospetti armato di penna e taccuino, ma per disegnare estemporanei ritratti, non per prendere appunti. Talmente amato dai propri collaboratori da vedersi puntualmente perdonate le ricorrenti stramberie, le disattenzioni personali, e le mille gaffe. In fondo a «Linea retta», un gustoso bocconcino: la fantasiosa ma credibile e gustosa narrazione dell’incontro tra lo scrittore e il personaggio che ha creato, riflessivi e indolenti conversatori al tavolino di un ristorante (vista mare, naturalmente) in compagnia di una bottiglia di Falanghina. O forse due.
L’Autore :
Enrico Luceri, ingegnere romano con la passione del giallo. Ha scritto romanzi, racconti, saggi, articoli, soggetti e sceneggiature cinematografiche. Fra le sue pubblicazioni, i romanzi «Il mio volto è uno specchio» (Il Giallo Mondadori n. 2967), vincitore nel 2008 del premio Tedeschi, «Buio come una cantina chiusa» (Il Giallo Mondadori n. 3082), «Le colpe dei figli» (Il Giallo Mondadori n 3126), «L’ora più buia della notte» (Il Giallo Mondadori n 3162) e «Le notti della luna rossa» (Il Giallo Mondadori n 3184 – recensito nel numero 31 di questa rubrica in data 7 dicembre 2019), i racconti «Il miglior perdono è la vendetta» (I classici del giallo n. 1329),«Donne al buio» nell’antologia Delitti in giallo (Il Giallo Mondadori extra n. 23) e «Il giorno non deve sapere» (Il Giallo Mondadori extra n. 33) nonché diversi articoli pubblicati in appendice alla collana dei Classici del Giallo fra il 2009 e il 2011.
Dal suo romanzo breve «Punto improprio» è stata tratta una pièce teatrale dall’omonimo titolo, scritta da Patrizio Pacioni, vincitrice del prestigioso premio di drammaturgia Tragos 2019. La sua messa in scena, (una coproduzione Le Ombre di Platone – Compagnia del Barone diretta da Fabio Maccarinelli, con Cecilia Botturi e Andrea Moltisanti), rinviata a causa della pandemia, è prevista – salvo ulteriori complicazioni- entro la fine dell’anno.
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Doverosamente premesso e ricordato tutto ciò, è venuto il momento di “passare alla ciccia” come diceva la mia povera nonna, cioè alle impressioni di lettura che ho tratto dal romanzo, al libro nel suo complesso e ad alcune altre considerazioni in merito all’Autore e alla saga del commissario Tonio Buonocore.
Insomma, alla recensione vera e propria.
Sulla costruzione dell’enigma e sul suo scioglimento, il lettore si trova di fronte alla consueto (fantasioso e meticoloso al tempo stesso) progetto dello scrittore romano. Passo dopo passo il commissario e i suoi collaboratori prima delimitano il recinto dei possibili colpevoli, resistendo alle pressioni di chi, per amore di tranquillità, vorrebbe a tutti i costi optare per la soluzione più semplice che non è sempre e necessariamente quella giusta. Soprattutto nei complessi casi architettati da Enrico Luceri.
Nelle pagine di «Linea retta», però, c’è anche altro.
Storia dopo storia, la Napoli di Tonio Buonocore acquista spessore e suggestione, inserendo gradualmente nuove e suggestive tessere di un mosaico il cui reale disegno e la cui reale dimensione si conosceranno solo con il trascorerre del tempo, tramite le pubblicazioni che verranno. Rivelazioni e dettagli sulle vite dei protagonisti della saga somministrati a piccole ma significative dosi, che finiscono per coivolgere il lettore in un mondo fatto sì di indagini e di routine professionale, ma anche di simpatie e di antipatie, di soddisfazioni famigliari, ma anche di illusioni e di cocenti delusioni personali, di possibili sviluppi sentimentali. Di piccoli conflitti personali, come quello che Bonocore conduce, su imposizione medica, contro il vizio del fumo, armato di bastncini di liquirizia che, detto per inciso, gli fa anche un po’ schifo masticare. Di solitudini che, trovandosi a confronto ogni giorno, si trasformano (o potrebbero trasformarsi) in empatie dagli imprevedibili sviluppi.
Come quella che traspare tra lo stesso commissario e l’ispettore capo Lina Garzya, tanto per citarne una con una volutamente maliziosa strizzatina d’occhio.
Senza mai nulla togliere al’avvincente e serrato sviluppo dell’indagine, naturalmente. Senza distrarre dall’indagine, dalle piste autentiche ma anguste, opportunamente celate agli investigatori e al lettore e dalle insidiose trappole logiche e dagli insidisoi depistaggi messi in campo dai colpevoli… ma anche dall’Autore.
Sarà mica per questo che Enrico Luceri non sbaglia mai un colpo?
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Titolo: Linea retta
Autore: Enrico Luceri
Genere: Giallo poliziesco
Anno di pubblicazione: 2021
Editore: Mondadori
Collana: Il Giallo Mondadori
Pagine: 194
Prezzo: 5.90 €
EAN 1: 9788835707356
(disponibile in formato ebook Kobo a 3,99 €)
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