Post It (25) – Sanremo e l’eterna (inutile) polemica della gggente.

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Allora, IO NON VEDRÒ in TV il festival di Sanremo. Ripeto: IO NON VEDRÒ in TV il festival di Sanremo. E per chi ancora non l’avesse capito, IO NON VEDRÒ in TV il festival di Sanremo, semplicemente perché non è la tipologia di spettacolo, d’intrattenimento, di quel che diavolo è, fonte di un qualsiasi interesse personale e per seguire il quale reputo opportuno spendere il (sempre scarso) tempo a mia disposizione. Fatta questa doverosa premessa, mi occuperò in questo articolo dell’ennesima pretestuosa, faziosa, inutile polemica che, nell’approssimarsi di ogni edizione della manifestazione canora più amata e più odiata dagli italiani, si affaccia su quotidiani, periodici e in quell’enorme e ribollente piazza virtuale che si chiama web.

Mi riferisco alla ormai rancida querelle sui presunti “sperperi” della RAI per l’organizzazione del sunnominato Festival della canzone italiana. Un chiacchiericcio stolido e molesto che reitera l’errore di valutare una frazione (costi/ricavi) basandosi solo ed esclusivamente sulla valutazione del numeratore.

Il che, dal punto di vista della matematica e dell’economia è, a vostra scelta, una scempiaggine oppure una bestemmia. Comunque un insulto alla logica e all’intelligenza di chi espone e propone certi ragionamenti.

Ma bando alle ciance e lasciamo la parola ai numeri e ai fatti, partendo dall’analisi di quanto verificatosi lo scorso anno.

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Centinaia di migliaia più, centinaia di migliaia meno, per organizzare e realzzare Sanremo 2020 si è spesa la cifra (compresiva dei compensi ai conduttori e agli ospiti, il corrispettivo della convenzione annuale con il Comune di Sanremo e quanto è stato necessario per la copertura degli eventi realizzati nelle piazze della città (circa duecentomila euro) di 21.000.000 €.

Somma di tutto rispetto, d’accordo, vertiginosa per noi poveri mortali, ove si trascuri, però, di prendere in considerazione l’ammontare dei ricavi. , ma prima di giungere a conclusioni errate meglio dare un’occhiata ai ricavi stimati. Se per l’edizione 2019, infatti la Rai incassò circa 31.000.000 €, lo scorso anno, principalmente dai ricavi pubblicitari, ne affluirono nelle casse dell’Ente 3.000.000 € in più, con uno sbilancio attivo, dunque di 13.000.000 €.

Avete capito bene: tredici milioni, che sono andati a finanziare non solo importanti investimenti tecnici ma anche decine di altre produzioni… meno fortunate ma (probabilmente) anche più meritevoli di sostegno.

«Sì, vabbè!», dirà l’immancabile “Pierino” di turno. «Ma quest’anno, con il covid, il distanziamento da pandemia, senza l’introito dei biglietti per gli spettatori in teatro, senza gli eventi collaterali, con qualche sponsor che magari si è tirato indietro…!».

Tutto giusto, ma anche qui: facciamo i conti, cos’ parliamo di realtà e non di fumose sensazioni.

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SANREMO 2021: COSTI E RICAVI

Intanto, quantificata la diminuzione dei guadagni (circa 10.000.000 di euro in meno risetto alla precedente edizione) c’è da dire che, per far fronte a mancati incassi, per un’azienda ci sono due vie maestre da percorrere.

La prima è abbassare i costi (e, infatti, quest’anno il budget complessivo di spesa è inferiore a quello dello scorso anno di ben 600.000 €).

La seconda quella di sostituire (o almeno integrare) quanto introitato in meno con un miglioramento dei margini rivenienti da altre attività.

In questo caso, ovviamente, si parla di pubblicità, parametrata a uno share che non dovrebbe avere alcuna difficoltà a replicare (se non addirittura superare) quanto registrato nel 2020 con il 54%.

Intanto, per non lasciare nulla al caso, Rai Pubblicità ha rialzato del 9% il listino prezzi per gli spot. Si va dai 13.600 euro per uno spot di 30 secondi alle 01.15 ai 226mila euro per una pubblicità alle 21.45 nella prima e nell’ultima serata. Nelle tre serate intermedie, invece, per apparire in prime time (sempre la fascia più cara)bisognerà sborsare 176.000 euro. 

Quanto agli sponsor, ce ne sarà uno unico: Tim, partner del festival per il quinto anno consecutivo.

«Un quinquennio nel corso del quale abbiamo messo mano a molte novità. Per questa edizione del festival abbiamo deciso di trasformare la pubblicità inserendo un concorso in cui chiederemo al pubblico di immaginare quale vita ci attenderà una volta sconfitto il covid.» ha dichiarato Luca Josi, Direttore Brand Strategy, Media & Multimedia Entertainment (Tim).

In considrazione di tutto ciò, almeno dal punto di vista finanziario, il Festival di Sanremo appare una scommessa che fino a oggi ha sempre (o quasi sempre) premiato la Rai e che, anche in questa edizione, promette di generare utile all’azienda.

Quanto al resto, tenendo conto che nel mondo dello spettacolo il colore viola rappresenta da secoli un tabù… fatevi una domanda sulla mia posizione personale in merito alla qualità artistica della manifestazione e… rispondetevi da soli.

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Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è ValerioVairo4.jpg    Valerio Vairo