Le uova di Colombo (20) – Dove non poté Galli.

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Attenzione: qui si trattano OVVIETÀ NON PERCEPITE: spunti di riflessione su quegli argomenti che sembrano banali e scontati ma che, per molteplici quanto validissime occasioni, molto spesso non risultano affatto tali.

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Mi perdonerà il professor Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, per averlo citato nel titolo. Al posto suo avrei potuto tranquillamente citare Fabrizio Pregliasco, Andrea Crisanti, Roberto Burioni, Alberto Zangrillo, Matteo Bassetti… Insomma uno qualsiasi dei tanti medici che sono balzati all’onore delle ribalte in questi mesi di pandemia. Lui è il primo che mi è venuto in mente, forse perché la sua presenza quotidiana – se non bis o, addirittura, ter in die – sui teleschermi me lo ha reso familiare.

Di Galli si sa che, stremato dalle molte, troppe, interviste, si è (ci ha) concesso un periodo di “quarantena televisiva”. Ma ripeto: non è di lui che voglio parlare. Bensì di vaccini. Anti Covid-19, naturalmente.

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Vaccinarsi – come ci hanno detto tutti gli illustri professori già citati (e anche quelli non citati) – è un must. Rappresenta, infatti, l’unico strumento per poter proteggere noi e gli altri dall’infezione e tornare, finalmente, a una vita degna di questo nome.

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Tuttavia, molti sono gli italiani che non vogliono farsi vaccinare contro il Covid. Da una ricerca recente di Fondazione Italia in Salute, realizzata da Sociometrica, sembra che in Italia 1 persona su 4 mostri perplessità sul vaccinarsi, con una leggera prevalenza delle donne rispetto agli uomini.

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“I dubbi ed il rifiuto prevalgono nelle persone in buona salute per le quali è evidentemente più complicato digerire il concetto di prevenzione, a dimostrazione di quanto sia fondamentale avere anche una buona comunicazione per far comprendere a pieno il concetto di salute collettiva – commenta il presidente della Fondazione Italia in Salute, Federico Gelli. I risultati dell’indagine dipingono un quadro in chiaroscuro: se è vero che la larga parte degli italiani è decisa e propensa alla vaccinazione per superare questo terribile periodo di emergenza, dobbiamo fare i conti un una quota notevole di persone che restano ancora scettiche, se non del tutto contrarie. Convincerle sarà dunque fondamentale per la buona riuscita della campagna vaccinale ed il raggiungimento dell’immunità di comunità”.

Di qui, i frequenti appelli rivolti alla popolazione per superare le incertezze e convincere anche i più scettici a sottoporre il proprio deltoide alla punturina immunizzante.

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Appelli in cui i diversi toni di comunicazione si sono sprecati: minaccioso, implorante, suadente, istituzionale, professionale, amichevole… Ma nulla sembrava “smuovere” gli scettici dalle loro convinzioni…fino al 30 aprile.

Il 30 aprile, appunto. Una data memorabile, perché quello è stato il giorno della pubblicazione de “La Vacinada”. Con quasi due milioni di visualizzazioni nei primi giorni, il tormentone Zaloniano ha trasformato quello che per molti era un problema in pratica leggera, simpatica, elegante, trendy. Checco Zalone, al secolo Luca Pasquale Medici, ha concepito, scritto e interpretato questo piccolo capolavoro pro-vaccinazione, dal tono ironico e intelligente. Una splendida Helen Mirren lo ha aiutato in questo “scherzo”, che troppo ci piace.

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Ci piace per tanti motivi. È semplice, ma geniale. È divertente, ma fa pensare. Sembra improvvisato, ma è studiato in ogni minimo dettaglio. Strizza l’occhio alle donne che sono le più scettiche, ma anche le più sensibili alle tendenze. Insomma è perfetto in ogni sua parte, parole comprese e sotto riportate integralmente.

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Tiene la zinna un poquito calada
Ma non fa nada e non fa nada
E la caviglia un pelito gonfiada
Ma non fa nada e non fa nada
Quando se mueve suave e sensual
Parre che il femore è original A mi me gusta bailare contigo, oh vacinada
Io faccia a faccia sta veccia muchacha immunizada
Miro al tu cuerpo da cineteca
Con l’anticuerpo dell’AstraZeneca stanoche se freca Vacinada E non me importa che dice la gente
Anche porque tanto tu non lo siente, no
Non me importa si trovo al mattino
El tu sorriso sul mi comodino
Sei la regina, sei l’unica dea
Porque se sa che a la guerra ogni buco è trincea Oh vacinada
Io faccia a faccia sta veccia muchacha immunizada Ehi chica
Cosa fai?
È il richiamo A mi me gusta bailare contigo
Oh vacinada
Io faccia a faccia sta veccia muchacha già richiamada

Ma soprattutto ci piace – e questa è l’ovvietà non percepita – perché è convincente (anche a livello subliminale) più di mille parole dei già citati Galli, Burioni, Bassetti, Zangrillo, Grisanti…

Insomma, questa volta, una risata, invece di seppellirci, forse ci salverà!

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Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è PatriziaSerra-637x1024.png   Patrizia Serra (*)

(*) Detta Zizzia (solo da sua madre), farmacista, ma anche copywriter e direttore creativo. Quindi multiforme o incasinata. Comunque da sempre fortemente resiliente, anche in era ante Covid.