Essere hater ai tempi del coronavirus

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Un tizio se la prende con gli inquilini del palazzo di fronte che cantano sul balcone, un altro con quello dell’appartamento accanto, che espone lo striscione con la scritta “andrà tutto bene”, disegnato da uno dei bambini di casa.

Un’altra esagitata ce l’ha con il vicino che, secondo lei, porta fuori il cagnolino a fare i suoi bisogni troppe volte al giorno.

Poi c’è quello che ironizza e polemizza ferocemente con colui che ha confidato in un post di consolarsi dall’isolamento facendo un brindisi a distanza con figlio, nuora e nipotina, utilizzando skype.

C’è quello che inveisce contro il governo, quell’altro che se la piglia con il governatore della sua regione, quell’altra ancora che, invece, giura sull’origine in laboratorio del maledetto virus, individuando i colpevoli nei cinesi, negli americani, nei russi, anzi no, nei perfidi servizi segreti lussemburghesi.

C’è persino chi inveisce contro il Papa che non doveva andare a pregare in una chiesa nel centro di Roma (ma lo pagano per questo, no?), o con la organizzazione umanitaria che, guarda un po’, si preoccupa di come stanno barboni e profughi abbandonati a se stessi nelle vie della città.

Chi si lamenta dei soldi stanziati nel decreto legge, perché sono pochi, sono dati alle persone sbagliate, allora meglio niente. Meglio niente???

«Ci vogliono più militari!»  urla qualcuno. «Militari per le strade? per carità! Si prepara la dittatura!» risponde qualcun altro. A questi si aggiungono coloro che si lamentano che i media non danno informazioni utili, contrapposti agli altri, quelli che si lamentano che i media danno troppe informazioni.

Magari salterà fuori anche qualcuno che se la prende con Batman, perché è l’Uomo-Pipistrello, e questi pipistrelli cinesi del cazzo (scusate il francesismo) non si dovevano permettere di trasmettere il “corona” a noi esseri umani.

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Di sicuro c’è già un nutrito gruppo di fessi che dicono che si tratta solo di una banalissima influenza, poco più di un raffreddore (forse meno, in realtà)  cercare di mantenere le distanze per non moltiplicare all’infinito il contagio vuol dire asservirsi ai beceri progetti di un sistema che vuole rendere schiavo il popolo.

ALT! Fermiamo subito, per favore, questo bizzarro e nocivo caravanserraglio.

Propongo, semplicemente, di rovesciare ragionamenti e manifestazioni di pensiero, sempre che di pensiero certi animali che infestano il mondo e in particolare il web, siano in qualche modo dotati.

Cominciamo, tutti, a cercare qualcosa di positivo da segnalare (vogliamo parlare delle migliaia di medici che hanno offerto immediata e incondizionata disponibilità in risposta all’appello di chi ne cercava 300 per aiutare le regioni del nord? Ai medici cubani e cinesi arrivati in soccorso a Cremona e Brescia? Agli evangelisti USA che hanno costruito e rifornito l’ospedale da campo di Cremona?) .

Cominciamo anche e soprattutto a pensare con spirito costruttivo, non polemico, e proporre soluzioni e rimedi che riterremmo utile suggerire a chi è a capo della catena di comando?

Ci proviamo, da questo momento in poi?

Perché quel che ci vuole, per venire fuori da questo guaio,  è esprimere buoni PROPOSITI, non vomitare ignobili SPROPOSITI.

Lancio un nuovo hashtag:

#iorestoincasaenonsparocazzate

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Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è ValerioVairo4.jpg   Valerio Vairo