Brescia Città del Teatro (24) – Elementare, signora Watson!

L’indagine stavolta è interna, molto interna: ne «Il segreto di Holmes» l’atto unico tratto da una novella di Letizia Loi, portata in scena ieri e oggi al Piccolo Teatro Libero per la regia di Giacomo Gamba e l’interpretazione di Elena Guitti e Beatrice Erba. Non s’incontrano spietati assassini, né misteriosi delitti a Londra, più precisamente al numero 221 di Baker Street, residenza del grande investigatore Sherlock Holmes e principale punto di riferimento del suo assistente, collaboratore e biografo, John Watson

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(Foto di Sara Apostoli)

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Un’esplorazione della mente e dell’anima, invece della caccia al colpevole di un efferato crimine, attraverso una analitica valutazione di indizi e prove. Una ricerca puramente mentale vissuta e spiegata partendo dal controverso rapporto tra le creature letterarie di Mr. Arthur Conan Doyle (viste stavolta al femminile) per arrivare a scoprire quale sia la natura e l’effetto di una relazione tra personalità complesse e molto diverse una dall’altra.

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(Foto di Sara Apostoli)

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«Nella mia interpretazione del testo di Letizia (“Novecento buoni motivi”), letto per caso sul mio Kindle nuovo di zecca, nel corso di un viaggio negli US (precisamente nel 2013 a Norfolk, in Virginia – ndr), e subito amato, Jane Watson è una donna impulsiva e passionale. Sharon Holmes, invece, come la matrice maschile raccontata da Conan Doyle, è estremamente razionale… anzi, direi cerebrale» mi dice il regista Giacomo Gamba. «È assolutamente così», conferma l’autrice della novella. «E se io mi dovessi identificare in uno dei due personaggi, sarei senz’altro Holmes. Si possono anche pensare e compiere cose molto brutte, per un ideale o uno scopo superiore».

«Se ti piacque come e quanto mi hai detto già alla prima lettura, come mai è rimasto così tanto tempo nel cassetto?» chiedo a Gamba. «In realtà, ma l’ho capito solo dopo, si tratta di una di quelle idee che, una volta formulate, ti rimangono dentro in attesa solo dell’occasione giusta. Occasione che è puntualmente arrivata allorché , nell’ambito di una rassegna organizzata da Idra e intitolata “Racconta l’Eros”, venne chiesto di approntare una lettura a tema. Peccato che a me, più che scrivere letture, piaccia lavorare a testi teatrali…» risponde sorridendo. «Ho dato a Giacomo carta bianca, e adesso posso dire di avere fatto la scelta giusta. Così, ho ritrovato i miei due personaggi (anzi, le mie due personagge) così come le avevo immaginate e descritte: figure positive, certo, ma entrambe complesse e problematiche, una (che si scopre non essere così infallibile come ci si potrebbe aspettare) alle prese con problemi di dipendenza dalla droga e l’altro, in apparenza di moralità più solida e integra, affetto comunque da debolezze, quali, per esempio, un non lieve forma di ludopatia.» interviene Letizia. «Mi sono semplicemente attenuto al testo per quanto mi è stato possibile, cercandoi di mantenere nella pièce quella delicatezza dello scritto, accordandolo con la tradizione classica di una delle prime e più significative saghe gialle della letteratura mondiale, aggiungendo le non poche difficoltà derivanti dal doversi muovere e affermarsi da donne, nubili per giunta, in una società, come quella vittoriana, dichiaratamente e incorregibilmente maschilista», aggiunge il regista.

A questo punto vorrete conoscere quale sia stato l’esito di questa singolare indagine portata avanti dalla strana coppia Holmes / Watson. Meno sensazionale ma non per questo meno interessante di altri “casi”: in un rapporto di coppia (ma non mettiamo limiti all’aritmetica), così come in altri frangenti della vita e non solo per quanto attiene al sesso, le differenze non vanno intese come barriere insuperabili ma, al contrario, accolte e utilizzate come strumenti idonei ad arricchire persone e situazioni.

Insomma, «Il segreto di Holmes» è una pièce snella e intensa che, grazie all’impeccabile recitazione delle due attrici (Elena Guitti nei panni di una Watson che si macera in un desiderio profondo, intenso e alquanto cupo; Beatrice Erba – Holmes leggiadramente presa da un gioco psicologico di ruoli -non solo erotici- che vive con la gioia interiore e la profonda ironia che solo le menti più strutturate ed eccelse riescono a esprimere) si rivela coinvolgente e godibile.

Essenziale e molto suggestiva (qualità che non succede di frequente di vedere apparentate) la scenografia. Molto positivo il riscontro dell’affezionato pubblico che alla ottima qualità degli spettacoli offerti dal del Piccolo Teatro Libero, risponde sempre con grande partecipazione e coinvolgimento.

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Letizia Loi vive in provincia di Cagliari. Appassionata di arte e letteratura, disegna e scrive da quando era bambina. Predilige il genere fantasy, ma il suo interesse spazia dal giallo, allo storico, alla fantascienza. Ha lavorato per un anno come correttore di bozze presso la casa editrice La Mela Avvelenata, dopo aver pubblicato con loro alcuni racconti brevi.  È stata selezionata per le antologie 365 racconti erotici per un anno365 storie d’amore365 racconti di Natale e 365 racconti d’estate della Delos Books. Con Lite Editions ha pubblicato Il caso Sigerson, Intrighi e gelosia e Novecento buoni motivi (da cui è stata tratta la pièce), per la collana Il velo di Holmes. Per La Mela Avvelenata ha partecipato alle antologie Halloween Tales e Merry Christmas with Mr. Death, pubblicato il romanzo fantascientifico Ichnôussa, il racconto free Il violinista di Uno Studio in Rosso per la collana Sherlock Project, e le novelle steampunk La Grande Mutazione e Uno studio in vapore per la collana Deadly Apple.    

Il suo blog: http://letizialoi.tumblr.com/

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