Goodmorning Brescia (92) – In nome della tradizione, intonati… come campane.

.

Avete presente quel parente, vicino o lontano, che critica sempre tutto e tutti? Ce n’è sempre almeno uno in ogni famiglia, che sia uno zio, una cugina, un nipote, poco conta. Sì, quello che, se per caso ti azzardi a canticchiare un motivetto, immancabilmente, se n’esce con un 《Ma stai zitto! Non lo senti che sei stonato come una campana》.

Beh, io ce l’ho. Anzi, ce l’ho avuto. Peccato che non appartenga più a questo mondo, oltre che per il profondo affetto che a lui mi legava, perché, dopo avere assistito questo pomeriggio alla conferenza organizzata dalla FCB nel Salone Mario Piazza dell’antico palazzo di Vicolo San Giuseppe, avrei potuto rispondergli, accompagnando le parole con un beffardo marameo:

No, che non mi taccio, perché le campane non sono mica stonate!

E adesso vi spiego perché.

.

.

Apre gli interventi Luca Fiocchi, Presidente della Federazione Campanari Bergamaschi.
Dopo un periodo di elettrificazione esasperata, tale da depauperare gravemente il patrimonio campanario nazionale, da circa venti anni si è registrato un ritorno d’interesse per le campane suonate a corda. Ciò ha portato, come prima conseguenza, l’invecchiamento anagrafico e la diminuzione numerica dei campanari, una categoria di artisti, artigiani e quant’altro, che non s’improvvisa da un momento all’altro》.

Per provvedere al necessario rinnovamento generazionale, spiega Fiocchi, si è lavorato per gruppi, cercando di valorizzare una pratica che si avvale di un antichissimo strumento capace di viaggiare nel tempo e nello spazio, e che consente ai propri adepti di avere una visione del mondo diversa e più lungimirante, dall’alto dei campanili.

.

.

Ciò che ci siamo premurati di fare, prima di ogni altra cosa, è stato di porre l’accento sul fatto che anche i giovani possono appassionarsi a questa disciplina. E debbo dire che la cosa ha funzionato, visto che molti sono stati i giovani (e anche i giovanissimi) che hanno risposto all’appello di spontanea volontà, con grande entusiasmo, e che sono tuttora tra i circa duecento nostri attuali associati》.

Interviene poi Massimo Ziliani (costruttore restauratore e suonatore di campane), che parla delle campanine contenute nella cosiddetta “cassetta del campanaro”.

Si tratta di strumenti nati per effettuare le esercitazioni, che hanno acquisito, con il trascorrere del tempo, maggiore dignità e importanza, fino a divenire protagonisti di autentici concerti》 spiega.

Fino agli anni sessanta, per motivi essenzialmente di economia, le campanine sono state realizzate soprattutto in vetro. Dopo di che, per altrettanto valide ragioni di praticità e resistenza, si è cominciato a realizzarli (sempre con un procedimento artigiano/casalingo in metalli come l’acciaio e l’ottone. C’è un repertoro di circa mille brani musicali, tramandati oralmente di generazione in generazione, che solo recentemente si è cominciato a riportare su spartito

.

.

Alla fine dice la sua anche il piccolo Davide Zanella (studente di prima media)  che  descrive con grande fervore e con rimarchevole proprietà di linguaggio,  la propria esperienza di apprendista campanaro, 
Ho scoperto e approfondito le meccaniche di gruppo proprio attraverso le campanine》 confessa candidamente.

E se trovate una conclusione migliore, mandatemela con un messaggio.

.

,

 

   Bonera.2

 

 

PS

Per chi volesse acquisire ulteriori, più approfondite informazioni, questo è il link:

http://www.campanaribergamaschi.net/