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Stephen Edwin King, il re della letteratura horror, l’uomo che ha venduto tonnellate di libri in tutto il mondo, è nato il 21 settembre 1947 a Scarborough, nel Maine. Suo padre era un militare impegnato nella Seconda Guerra Mondiale come capitano nella Marina Mercantile mentre la madre era una donna di origini modeste. Nel corso della sua lunga e luminosissima carriera (iniziata nel 1974 con «Carrie»), ha pubblicato oltre ottanta opere, anche con lo pseudonimo di Richard Bachman.
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La trama:
Jamie Conklin sembra un bambino del tutto normale, come tanti altri suoi coetanei… ma non lo è. C’è un “dono” dentro di lui, piuttosto inquietante e scomodo per chiunque: quello di vedere i morti e di parlare con loro. Di poter porre loro domande alle quali, chissà per quale motivo, i defunti sono costretti a rispondere, dicendo la verità. Sua madre Tia, single, agente letterario in un momento molto difficile della propria carriera lavorativa gli impone di tenere segreta la cosa, perché gli altri non capirebbero. Inevitabilmente, a seguito di un concatenarsi di tragici eventim, arriva il momento in cui, con quel dono, Jamie sarà costretto a fare i conti. “Later” è una nuova variazione King sul tema del bene e del male, un romanzo pieno di emozione, tenerezza e colpi di scena, ma anche una riflessione sulla possibilità di scelta. Con, sullo sfondo, vizi, contraddizioni e gustosi aneddoti del complesso e complicato mondo dell’editoria.
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La mia lettura:
Probabilmente «Later» non sarà mai incluso nella lista dei migliori lavori di Stephen King (ma nemmeno in quella dei peggiori, vi assicuro), ma è davvero un romanzo di piacevole lettura, non privo, insieme alle consuete e stavolta apertamente dichiarate sfumature di (in)sano orrore, di quei momenti di introspezione e di quella malinconica rivisitazione dell’adolescenza tipiche della produzione del grande narratore del Maine.
I buoni e i cattivi, facilmente identificabili nel ruolo fin dalle prime pagine, i personaggi principali e anche quelli secondari sono disegnati dall’autore con la consueta maestria.
Sono scomode, le storie raccontate da King, eppure, ogni volta che ne comincia a leggere una, l’ “affezionato lettore” si ritrova immediatamente in casa propria, seduto sulla poltrona preferita, con il fuoco che scoppietta nel camino, e una tempesta tenuta fuori dai doppi vetri delle finestre.
Anche il diavolo di turno, o l’oscuro demone che ne fa le veci risulta familiare e, in fondo, suscita sempre nel lettore un pizzico di simpatia e, in fondo anche un po’ di compassione per la sua grama vita- non vita.
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