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Attenzione: qui si trattano OVVIETÀ NON PERCEPITE: spunti di riflessione su quegli argomenti che sembrano banali e scontati ma che, per molteplici quanto validissime occasioni, molto spesso non risultano affatto tali.
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Così disse l’imperatore Augusto. E lo disse pure in greco – ci racconta Svetonio. Ovvero “affrettati lentamente”. Questo bell’ossimoro divenne poi il motto di Cosimo de’ Medici che lo fece rappresentare, nel suo stemma, come una tartaruga sovrastata da vele spiegate al vento.
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È una frase il cui concetto tutti dovremmo tenere presente, ora che buona parte dell’Italia è in zona bianca.
C’è attorno una frenesia, una voglia di recuperare il tempo perduto, che spaventa.
Già prima, in città, si andava di fretta. Si era affetti da “motorrea”. Ora di più. Perché c’è una parte di vita che ci è stata tolta di cui vogliamo riappropriarci. Tuttavia ci siamo dimenticati, per il lungo isolamento, come si fa a gestirla, questa fretta.
Siamo in rodaggio, signori miei!
È per questo che ci muoviamo per le vie come ubriachi, occhieggiando, con fatica, il telefonino da dietro la mascherina che ci sale fino agli occhi.
È per questo che commettiamo errori, piccoli e grandi, che possono danneggiare gli altri, ma anche rivoltarsi contro di noi.
Come quel signore che, pochi giorni or sono, ha posteggiato il SUV sul marciapiede, senza pensare che, su quello stesso marciapiede, a pochi centimetri di distanza dallo specchietto retrovisore, passavano le rotaie del tram.
Andava di fretta, il proprietario del SUV – avrà pensato il conducente del primo tram bloccato, mentre scampanellava furiosamente, nella speranza – vana – che suddetto proprietario fosse nei paraggi.
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Andava di fretta – avranno pensato gli ausiliari dell’ATM, giunti poco dopo sul posto, mentre annotavano la targa e si mettevano in contatto con la centrale operativa.
Andava di fretta – avranno pensato i passeggeri dei due tram bloccati, mentre, smoccolando, scendevano e si mettevano ad aspettare il bus sostitutivo.
Andava di fretta…Infatti, dopo una buona mezz’ora, arriva, il povero, leccando avidamente un bel cono gelato che sognava da mesi. Eh, sì: a volte, i desideri costano cari.
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Ma non è questa l’ovvietà non percepita.
L’ovvietà non percepita è quella nascosta nel “festina lente” ovvero nell’elogio della rapidità che non è fretta (come quella del signore del SUV e di molti di noi), ma risultato del lungo e paziente uso delle celluline grigie (come direbbe Poirot). Del pensa, prova, riprova, e poi pensaci ancora. Infine, agisci, rapido come un fulmine.
A questo proposito, si racconta che un giorno Picasso, in un bar, prese un tovagliolo e vi fece un disegno. Una signora, che aveva assistito alla scena, chiese al pittore se poteva comprargli quello schizzo. Picasso disse di sì e le propose una cifra spropositata. E la signora: «Maestro io apprezzo i suoi lavori, ma per questo ci ha messo pochi minuti!” “Sì – rispose Picasso – ma dietro c’è lo studio di tutta una vita!»
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E allora? Allora, buon festina lente a tutti! Soprattutto se siete a Milano.
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Patrizia Serra (*)
(*) Detta Zizzia (solo da sua madre), farmacista, ma anche copywriter e direttore creativo. Quindi multiforme o incasinata. Comunque da sempre fortemente resiliente, anche in era ante Covid.
Filologicamente parlando, il “fast” inglese da dove proviene secondo voi ?
C’è anche una Squadra ciclistica che si chiama “FESTINA”.
Fors’anche una marca di orologi, ma forse mi sbaglio….
Qualcuno ha detto che la cultura non è sapere una cosa, ma sapere dove andarla a cercare…
Forse è stato Eco che aveva più di 25 mila libri e l’avrà detto in era 100% analogica, presubilmente…
E naturalmente anch’io, che mai ho studiato greco, dirò la mia…visto che so dove andarla a prendere:
σπεῦδε βραδέως, spéude bradéos
Non ho trovato in greco: “BRAVISSIMA DOTTORESSA”
Grazie Carlo, io non sapevo della squadra ciclistica, ma ti confermo la marca di orologi. Bello il legame etimologico con il fast inglese! In realtà questo tema del “festina lente” si presterebbe ad uno sviluppo molto più ampio di quanto fatto in questo breve ovetto. Stiamo parlando del tempo e del suo uso. Ma ci sono mille più una riflessioni che si possono fare in proposito, Chissà se qualcuno tra i nostri frequentatori accetta la sfida di fare un Festina lente bis?