Le Uova di Colombo (25) – Stupri linguistici (ovvero o’ pernacchio li seppellirà)

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Attenzione: qui si trattano OVVIETÀ NON PERCEPITE: spunti di riflessione su quegli argomenti che sembrano banali e scontati ma che, per molteplici quanto validissime occasioni, molto spesso non risultano affatto tali.

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Premessa (indispensabile): o’ pernacchio professionale:

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Svolgimento:

Più la frequento e più la amo. Per questo la difendo. Parlo della nostra lingua, l’italiano. Quella che Dante definì la “lingua del sì”, facendo di quell’unico e dolcissimo suono il simbolo di appartenenza e vanto della nostra cultura.

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Che l’italiano sia una delle parlate più belle, più dolci e musicali del mondo ce lo conferma in tempi recenti una ricerca fatta da Preply, portale dedicato allo studio delle lingue. La ricerca prevedeva il monitoraggio della frequenza cardiaca in seguito all’ascolto di frasi in diversi idiomi. Ebbene l’italiano ha fatto aumentare la frequenza cardiaca più di tutti gli altri (+ 23%), meritandosi il titolo di lingua più seducente del mondo.

https://www.bitcity.it/news/38409/studio-di-preply-l-italiano-e-la-lingua-piu-seducente-al-mondo.html

Eppure, nonostante questo (o forse per questo?), i tentativi di stupro della nostra bella lingua sono innumerevoli. Basta andare sui social – uno tra tutti Facebook – per essere assaliti da congiuntivi, coniugazioni e consecutio temporum improbabili.

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Ma una cosa sono gli stupri dovuti a ignoranza. A quelli, con un costante ostinato irremovibile investimento in scuola e cultura, in qualche decennio, si può rimediare.

Un’altra cosa sono gli stupri ideologici, quelli di regime, quelli che, per dirla con Orwell, vorrebbero creare forzatamente una “neolingua”, con un unico e terribile obiettivo: uniformare il pensiero.

Stupri di regime la povera lingua italiana ne ha subiti – e non pochi – durante gli anni del fascismo.

Abolizione delle parole straniere.

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Abolizione del “lei” a favore del “voi” considerato più maschio, meno servile e “venduto” al popolo, con disarmante asineria, grazie alla motivazione che era usato dagli antichi latini.

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Riforma, quella del voi, che ispirò a Totò l’esilarante battuta: “E se per strada incontro Galilei, come lo chiamo, Galivoi?”

E oggi?

Oggi assistiamo a nuovi stupri linguistici che, come quegli altri, vengono dall’alto – quindi sono di regime – solamente che sono fatti rientrare in quel comodo e bel calderone chiamato “il politicamente corretto”.

Pertanto, chi non si adegua – magari solo per una questione di gusto estetico – viene tacciato di pensiero politicamente scorretto e accusato di essere, in ordine sparso, maschilista, fascista, nazista, omofobo, antisemita, anti-ambientalista, populista, razzista, no vax, negazionista e quant’altro di più disgustoso può esserci al mondo.

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Questo che vedete (Sostituire la desinenza o il suffisso) non è il delirante frutto di un linguista impazzito!

È una pagina del libro edito nel 2020 dall’Agenzia delle Entrate (sì, sì, avete letto bene!) dall’ineffabile titolo “Linee guida per l’uso di un linguaggio rispettoso delle differenze di genere”:

https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/documents/20143/1742359/Linee_guida_linguaggio_genere_2020.pdf/0327598d-9607-4929-ceae-a3760b08

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Certo il titolo appare morbido – non urlato come altri di mussoliniana memoria (se non mi adeguo, però, sono irrispettoso, quindi maleducato e cattivo?) – ma la sostanza non cambia.

Se poi di sostanza si tratta.

Perché – sai – che bella soddisfazione per l’ultima vittima di femminicidio, di professione avvocato, essere chiamata, nel necrologio, avvocata!

Questa volta, l’ovvietà non percepita non la dico neppure, perché ho fatto tutto, proprio di tutto, per farvela percepire.

Vi lascio, invece, un video che esalta un ennesimo “obbrobrio linguistico” nato per rendere l’italiano inclusivo (cioè politicamente corretto e linguisticamente improbabile) e che non conoscevo ancora. Si chiama Schwa!

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Conclusioni:

Poiché la ricerca del politicamente corretto a tutti i costi, oltre che pericolosa, è brutta e ridicola – e pertanto spernacchiabile – vi anticipo che nel prossimo articolo parlerò di Superman bisexual e di un altro stupro: quello della Bella Addormentata.

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Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è PatriziaSerra-637x1024.png   Patrizia Serra (*)

(*) Patrizia Serra, detta Zizzia (solo da sua madre), farmacista, ma anche copywriter e direttore creativo. Quindi multiforme o incasinata. Comunque da sempre fortemente resiliente, anche in era ante Covid.