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Attenzione: qui si trattano OVVIETÀ NON PERCEPITE: spunti di riflessione su quegli argomenti che sembrano banali e scontati ma che, per molteplici quanto validissime occasioni, molto spesso non risultano affatto tali.
Eccoci di nuovo non se ne può più, sia della pandemia che del chiacchiericcio che ci orbita intorno, ma il problema è serio e, quando si percepiscono risposte inadeguate, sia da parte della gggente (vds. il mio precedente articolo «Il focolaio e i fiammiferi» recante il numero 9 di questa stessa rubrica), sia da parte del cosiddetto “sistema” così, (ed è esattamente questo di cui parleremo nelle righe che seguono.
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Dunque, com’è giusto che sia, cominciamo dai numeri.
Questo è uno dei tanti articoli/servizi relativi a uno degli ormai tradizionali “weekend di paura” dell’anno sotto il segno del Coronavirus; questione di gusti, io avrei preferito magari un altro anno dell’Acquario:
Risale, come potete vedere, al dicembre dello scorso anno, ma la stessa cosa accade puntualmente ogni fine settimana. In sostanza, le rilevazioni di nuovi contagi del lunedì non sono mai significativi “perché di sabato e domenica si fanno pochi prelievi”.
No, ma ci rendiamo conto?
Un servizio di importanza fondamentale come il quotidiano monitoraggio degli indici epidemici viene in pratica del tutto trascurato perché c’è chi deve godersi il suo weekend.
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Stiamo scherzando? Purtroppo no.
È un po’ come, se ci pensate bene, nel corso di una guerra (e checché ne dicano i benpensanti/precisini/malpancisti/negazionisti la lotta contro il Covid È DAVVERO EQUIPARABILE A UN CONFLITTO BELLICO visto che, tanto per fare un esempio, negli USA si sono verificati già più decessi a causa del contagio di quanti se ne fossero contati tra i civili in entrambe le guerre mondiali) gli addetti alla artiglieria contraerea pretendessero (e ottenessero) di andare a fare un bagno a Ostia, Mondello o Cesenatico.
Impensabile. Inaccettabile. Disdicevole. Qualora vi venissero in mente altri aggettivi dispregiativi, vi chiedo per favore di aggiungerli voi.
UOVO DI COLOMBO DI OGGI:
La serietà di un Paese si vede nel momento del bisogno. L’Italia e gli Italiani hanno più volte fornito ampia dimostrazione di essere all’altezza di ogni tipo di emergenze: inondazioni (una per tutte quella di Firenze, con le migliaia di studenti, soprannominati poi Angeli del Fango, che accorsero nel capoluogo toscano da tutto il Paese), terremoti (con la mobilitazione di un gran numero di volontari da ogni regione), frane, smottamenti, disastri vari (il cedimento della diga del Vajont cui seguì una prodigiosa opera di ricostruzione, grazie alla ferrea volontà dei locali e di chi si prodigò per dare loro una mano).
È decisamente ora che anche in questa circostanza ne sia data riprova.
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Ricordando che è dalla testa del pesce, che se ne valuta la freschezza e l’appetibilità, Ministeri, Comitati, Ospedali, Regioni e Comuni avvisati, mezzo salvati.
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Patrizio Pacioni (*)
(*) Scrittore, drammaturgo e blogger