Profumo di novità al San Carlino, con «Teatro Aperto»

Questa sì, che è una novità: il teatro che fa teatro, che fa spettacolo, prima ancora di essere rappresentato in teatro.

«Teatro aperto»: una rassegna di testi inediti, una kermesse di lettura di prosa non rappresentata, sottoposto alla pubblica lettura a cura di una pattuglia di attori accuratamente selezionata e scelta. Nella sala conferenze del CTB in Piazza della Loggia, è stata illustrata alla stampa l’iniziativa che, a partire dal prossimo 25 novembre, si terrà, articolato in dieci  eventi-spettacolo, al teatro San Carlino.

Luigi Mahony, introducendo la conferenza, sottolinea il carattere fortemente innovativo dell’iniziativa.

Gian Mario Bandera mette l’accento sulla circostanza che non si tratta solo di un esperimento, ma anche e soprattutto di un ulteriore gradino nell’ambito della strategia che il Centro Teatrale Bresciano sta portando avanti con coerenza e con assoluta convinzione già da diversi anni.

Ambrogio Paiardi esprime la soddisfazione della Provincia di Brescia sia per l’elevata qualità degli spettacoli approntati o scelti dal CTB che per l’ampio contesto territoriale in cui l’ente riesce a riversarne l’offerta.

Valentina Stefani fa presente che nel bilancio della fondazione ASM è postata 1 spesa di € 900.000 per la cultura, per una parte consistente a vantaggio dell’attività teatrale.

Poi è il momento di Elisabetta Pozzi, autentica ispiratrice e anima del progetto.

«A Parigi, da giovanissima, scoprii l’esistenza di un Théâtre de Verre in cui si effettuavano letture relative a opere di prosa, firmate esclusivamente da autori francesi, sottoposte poi al giudizio del pubblico presente. Una spettacolare e originalissima rassegna al termine della quale l’opera che aveva registrato il miglior gradimento, si aggiudicava la mise en espace. Dopo averla proposta più volte e a più teatri, riuscì finalmente a realizzare un esperimento, nel 2003, al teatro Vittoria di Torino. I testi erano scelti in un campione del tutto eterogeneo, mentre l’ingresso al pubblico era aperto al pubblico in modo gratuito.  Quando lo proposi qui a Brescia, Bandera ne fu immediatamente interessato e acconsentì a varare il progetto in tempi brevi, con un programma triennale. Per questo primo anno la scelta dei testi che saranno letti è stata accurata e selettiva, sulla base sulla base dei miei gusti e di quelli della fantastica squadra del Centro teatrale bresciano, senza limiti né geografici (i testi italiani sono solo tre su dieci, tra cui un monologo) né temporali (alcune delle opere scelte risalgono a diversi anni fa). L’intenzione principale è quella di suscitare l’attenzione di tutti gli enti teatrali nonché di scoprire e valorizzare, nell’ambito di un progetto a lunga scadenza, la nuova drammaturgia nazionale. Anche perché iniziative di questo genere, autentiche sfide al pubblico che fino a questo momento ha deciso di accettarle di buon grado, contribuiscono a finalizzare in modo incredibile la gente»

A questo punto, riprendendo la parola, Bandera fa presente che nell’operazione sono stati coinvolti attori di compagnie ospiti, che hanno accettato di buon grado d’impegno, nonché attori del paniere bresciano. Informa poi che la durata dei singoli spettacoli è contenuta in non più di un’ ora e un quarto e che, per convogliare al San Carlino il maggior numero possibile di spettatori, si è deciso per l’applicazione di un prezzo d’ingresso poco più che simbolico (5 €) e, nell’ottica di creare uno zoccolo duro di appassionati di prosa che possa presenziare a tutti gli spettacoli, di abbonamenti ad hoc finalizzati ad abbattere ancora di più il prezzo del biglietto.

«Sì, perché per noi è molto importante la raccolta dei formulari che saranno distribuiti al pubblico che diventa commentatore se non critico: un piccolo patrimonio informativo cartaceo che custodiremo gelosamente nei nostri archivi» aggiunge Elisabetta Pozzi concludendo il suo intervento con 1’augurio che l’esperimento possa andare avanti in futuro, nell’ambito di un’ operosa staffetta, anche con altri “conduttori” diversi da sé, e con un sentito ringraziamento a Silvia Quarantini che, in questo percorso, l’ha efficacemente coadiuvata,

Alla conferenza è presente anche il romano (residente e operante a Parma) Francesco Bianchi, giovane ma già collaudato studioso del teatro, con «Europa», in calendario il 7 aprile 2018, alla seconda scrittura.

«In effetti essere sottoposti a un simile giudizio coram populi, che potrebbe risultare anche negativo, ovviamente, rappresenta una sfida da far tremare i polsi a chiunque» mi confida, su mia provocazione, al termine della conferenza.

«In pari tempo però, si tratta di una sfida intrigante e di un’occasione di crescita assolutamente straordinaria, che ho colto con grande determinazione. Credo, del resto, che la mia sia la stessa apprensione che prova qualsiasi autore alla vigilia della messa in scena di un suo lavoro; solo che, in quel caso, invece che attraverso la raccolta di formulari, la votazione che riceverà sarà costituita dall’intensità e dalla lunghezza dell’applauso finale»

Appuntamento tra poco più di due settimane, al San Carlino.

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    GuittoMatto