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L’autrice:
Giada Trebeschi è una nota autrice italiana di bestseller storici, thriller, romanzi, racconti brevi, saggi, sceneggiature e pièces teatrali.
È molto amata dal grande pubblico per i suoi romanzi storici scritti con la precisione dello storico e la vitalità dell’avventuriero.
Due lauree, un dottorato in Storia, ha lavorato all’università come storico di professione per quasi dieci anni. In seguito, ha deciso di dedicarsi principalmente alla scrittura e alla ricerca. Continua i contatti con il mondo accademico ed è invited lecturer in varie Università fra cui Liverpool, Catania e Urbino in cui si occupa principalmente di Storia. È inserita nell’anagrafe degli storici italiani per la Storia Moderna.
Parla cinque lingue ed è interprete simultaneo per alcuni noti autori internazionali come Tim Willocks, Petros Markaris, Clemens Mayer, Alex Connor, Daniel Cole, K & K, Wulf Dorn e altri. Ha vissuto a lungo in Svizzera, in Spagna e attualmente vive e lavora in Germania.
Raccoglie numerosi e convinti consensi nel web, sulle pagine di Facebook, la sua arguta e originalissima rubrica delle “Parole desuete“, un lungo e avventuroso slalom tra quei termini dell’italica lingua… che si avviano a essere riposti nel dimenticatoio (ops! accidenti, sono appena inciampato in un’altra parola desueta!).
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Il romanzo:
Stringere e sottoscrivere patti con il Demonio, a quanto mi risulta, alla fine dei conti non è mai convenuto a nessuno. Per quanto possano sembrare allettanti e lusinghiere le sue “proposte d’affari”, infatti, il prezzo da pagare è sempre troppo elevato.
Nell’infuriare del primo conflitto mondiale, il giovane Emanuele Giuffrida, abile e fantasioso disegnatore siciliano, alla vigilia della disfatta di Caporetto, viene mandato a combattere in Friuli, dove è costretto a condividere con gli sventurati commilitoni l’infernale vita della trincea, tra fango, sudiciume, gelo e pioggia, nel continuo incombere della morte.
In questa drammatica situazione (ed eccolo, il patto con il diavolo!) non gli sembra vero che, grazie all’interessamento del suo vecchio amico Luigi, giovane ma abile faccendiere ante litteram, gli venga proposto di essere trasferito a Palmanova, in ufficio, a lavorare alla realizzazione di aggiornate e dettagliatissime mappe del fronte e dello scenario di guerra. Inevitabile che, in una situazione del genere, la riconoscenza di Emanuele nei confronti dell’amico, con l’ipotesi di un ritorno nella macelleria della trincea, si avvicini molto a una sorta di dipendenza assoluta e sottomissione psicologica.
Una storia amara, nera e ristretta come un caffè espresso (un buon caffè), quella raccontata in questo breve romanzo scritto con nitidezza di stile e notevole ritmo narrativo che, mescolate a un corredo di rigorosi riferimenti storici e a momenti introspettivi di grande intensità, non risparmia ai lettori (quando se ne presenta l’occasione) scene crude, narrate senza reticenza alcuna. Una denuncia dura e pura dei mostruosi orrori partoriti dalla guerra, in una spirale di violenze e odiose prevaricazioni che solo l’Arte e il senso del Bello possono riuscire in qualche modo a lenire.
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Dunque…
«Undici passi», pubblicato da Oakmond Publishing nel 2019, è il primo lavoro di Giada Trebeschi che mi è capitato di leggere. È davvero un bel romanzo. Dunque, di sicuro, non sarà l’ultimo.
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