Ieri sono morti, in stretto ordine alfabetico: Adriano, Amleto, Don Giovanni, Edipo, Falstaff, l’Idiota, Il dottor Jekyll, Marcantonio, Mattia Pascal, Paolo e il suo creatore Dante, Philo Vance, Prospero, Shylock … e tanti altri.
Sono deceduti in una sola persona, così come lui e solo lui aveva saputo rappresentarli.
E, con Giorgio Alberatzzi, è venuta a mancare anche una parte insostituibile del Teatro e della sua Storia.
<Di Shakespeare ho il rimpianto di non aver voluto mai interpretare Otello: mi faceva troppo male cucirmi sulla pelle e nell’anima un personaggio che, intrepido e valoroso nella vita sociale, sagace e indomito conduttore di eserciti, uomo universalmente idolatrato e temuto, potesse arrivare a distruggersi e a distruggere per la debolezza di un sentimento>
Questa sola frase la dice lunga sul processo d’identificazione tra Giorgio Abertazzi e i suoi personaggi, e sulla sensibilità dell’uomo.
Questo spiega perché anche loro, così come li aveva interpretati lui, non ci saranno più.
Guitto Matto