Al Martinitt, con «Ieri è un altro giorno», una ripetizione… di risate

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Il Teatro Martinitt è un teatro milanese, bello, ampio (420 posti) e funzionale,  gestito, a partire dal 2010, da  «La Bilancia», società operativa nel mondo dello spettacolo da circa quarant’anni, diretta da Stefano Marafante.

La stessa società, che già ha al suo attivo la produzione di circa 200 spettacoli, gestisce a Roma, dal 2002, il Teatro dei Servi.

Ieri pomeriggio ho visto per Voi (e per me)  «Ieri è un altro giorno»..

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La trama:

L’avvocato Paolucci è quello che, ricorrendo a una definizione psicologico-popolare di moda ai nostri giorni, un ossessivo compulsivo. Insomma, la persona meno adatta ad affrontare la situazione surreale che Silvain Meyniac e Jean François Cros (autori della commedia)  lo costringono ad affrontare: l’incrocio ravvicinato del terzo (pardon, del quarto) tipo uno spiritato cliente dello studio che, morto in seguito a un incidente, non ne vuole sapere di rimanere defunto. Una moglie infedele, una ex ancora perdutamente innamorata, un Capo avido quanto cinico, un collega satiro e inaffidabile, si incontrano e si scontrano in quella porta girevole che è l’ufficio di Paolucci in una serie senza interruzione di concidenze, incomprensioni verbali e mentali, ingressi e uscite a sorpresa, per arrivare al felice scioglimento dell’intreccio in nome di quell’eterno rimedio che è l’Amore.

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Lo spettacolo:

Spumeggiante, spassoso, ammiccante, ma senza mai scadere nella becera farsa propria di certi cinepanettoni nostrani, cattura fin dall’inizio gli spettatori, sorprendendoli sia con lo scoppiettante ritmo che il regista Eric Civanyan riesce a imporre alla pièce (e a mantenere per tutta la durata della commedia) che con la complessa ed efficacissima scenografia utile ad accentuare in modo decisivo l’effetto sorpresa di alcune trovate narrative. Perfettamente recitato da un cast di attori dotati di grande spessore professionale e, al tempo stesso, di incredibile leggerezza interpretativa, capaci di divertire divertendosi, il che non è affatto una circostanza secondaria. Da indicare, come strada da percorrere, a certi teatroni imparruccati convinti che solo la tragedia, il concettuale, la rimasticazione dei classici e il più scontato e polveroso didascalico possano assurgere alla dignità di essere inseriti nel calendario ufficiale..

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La voce dei protagonisti:

«È una commedia, scritta nel 2012 e andata in scena dal 2013, che ha riscosso un grandissimo successo in Francia, con un gran numero di repliche, in patria e all’estero, aggiudicandosi anche, nel 2014, il prestigioso premio Molière. Per portarla in Italia (con l’adattamento di Luca Barcellona) si è scelto di importare, oltre alla meravigliosa scenografia, anche il regista»  ci spiega Antonio Conte (che ricordiamo anche per la recente, sontuosa interpretazione del vescovo sposato in «Sua Eccellenza è servita» di Patrizio Pacioni e Salvatore Buccafusca.

«Il meccanismo del replay e dell’esasperata reiterazione delle situazioni, divenuto fin troppo scontato nella produzione cinematografica, in teatro è un’autentica novità. È piacevole anche per noi che siamo sul palcoscenico, sorprendere il pubblico di battuta in battuta, condurlo nell’intreccio complicato della storia passo dopo passo, sfruttandone la curiositàà, distrarlo, al momento giusto, perché non si accorga degli stupefacenti “trucchi” di scena. In Ieri è un altro giorno nulla è certo, nulla è scontato… e guai a distrarsi!»   aggiunge Gianluca Ramazzotti, ovvero l’avvocato Paolucci in persona.

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Le risate a scena aperta, gli applausi finali (convinti, convintissimi, e anche questi ripetuti… fino al delirio, bastano, da soli, a attestare, senza possibilità di contestazione, che si tratta di uno spettacolo intrigante, divertente, intelligente… assolutamente da vedere.

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IERI È UN ALTRO GIORNO

FINO AL 22 APRILE AL TEATRO MARTINITt DI MILANO

 

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   GuittoMatto

 

 

 

 

 

2 commenti su “Al Martinitt, con «Ieri è un altro giorno», una ripetizione… di risate

  1. Non che non l’hai perso! Sono in scena fino a domenica prossima.
    Spettacolo davvero da vedere.
    Alessandra

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