Goodmorning Brescia (69) – I simpatici Ortolani di via Solferino coltivano… un’idea!

.

.

Si chiama L’Orto  Tamandi Takagi, ma non è né un covo di 20 anni ne un ristorante giapponese.

Per la verità, se qualcosa di nipponico, è da cercare nel personaggio di un certo libro («Carne» di Ruth L. Ozeki -n.d.r.) cui si è in qualche modo ispirata Enrica Del Barba, uno dei soci che (abbandonando l’impiego) nel dicembre del 2016 hanno dato il via a un’avventura imprenditoriale che per tanti anni, per lei e l’amico (ingegnere) Stefano Tamandi era stato prima un sogno e poi un progetto.

Nel frattempo a completare il terzetto che si occupa, unendo gli sforzi e dividendo in modo funzionale le competenze di ciascuno dei soci, era arrivato Fabio Ronga da sempre appassionato e ispirato artista dei fornelli.

.

 da sin: Fabio Ronga, Enrica Del Barba e Stefano Tamandi

.

L’Orto è un ampio locale situato al numero 46 di di via Solferino a poche centinaia di metri dalla stazione di Brescia.

Un bar, certo, sempre fornito, oltre che delle tradizionali brioche, di sfiziosi biscotti e dolcetti pronti ad accompagnare te, caffè, cappuccino e cioccolate calde.

Un ristorante, perché no, nel quale affluiscono, all’ora di pranzo, avvocati e magistrati provenienti dal vicinissimo tribunale, per una pausa pranzo rilassante, gustosa e, soprattutto, sana: una cucina “domestica quotidiana”, con ingredienti possibilmente biologici e un’attenzione particolare a tutte le preferenze/ attitudini/ necessità / intolleranze alimentari.

Un ritrovo, allorché la luce del giorno si spegne e, tornati a casa i cultori dei codici, scende in campo un popolo del tutto diverso, quello dei “mondani”, vale a dire uomini e donne in cerca di relax per i quali vengono approntati gustosi aperitivi personalizzati con piccole proposte gastronomiche di creazione della casa.

Un’accogliente location: il locale si presta su prenotazione a cene, feste, ricorrenze varie. Non solo, ma, nella parte più interna è presente un ampio spazio utilizzabile per riunioni e coworking. Nelle intenzioni dei proprietari, inoltre, è prevista l’utilizzo degli spazi anche per ospitare manifestazioni culturali, tipo conferenze, presentazioni di libri, piccole mostre ed esibizioni musicali (in questo caso già sperimentate almeno una volta a settimana. “Ovviamente” ci spiegano i conduttori “ciò avverrà in base a un’approfondita valutazione della compatibilità con gli spazi a disposizione e, soprattutto, della qualità delle esibizioni proposte”.

.

 

.

L’Orto funziona anche a domicilio, garantendo, all’occorrenza, un personalizzato e professionale servizio di catering.

Potrebbe passare, ma non è tutto qui. Nell’ambiente suggestivo, allestito con la fantasia e la immaginazione dei conduttori, con risultati rimarchevoli, considerato che non c’è stato l’intervento da parte di studi specializzati di design, in una contaminazione di stili, di idee, tra modernariato e suggestioni neoromantiche e neoclassiche, c’è posto anche per altro: un concept-store in cui sono esposti originalissimi oggetti hand-made o risultato di attente e fantasiose operazioni di recupero.

Dimentico qualcosa? Non, non dimentico. Diciamo, piuttosto, che ho preferito lasciare qualcosa, anzi qualcuno, alla fine di questo post.

.

.

No, perché nell’Orto c’è anche un’ortolana della quale si è già parlato su questa stessa rubrica. La riconoscete? Bravi, la ragazza al banco è proprio lei, Renata Botticini,  creatrice della Stationette,  verde furgoncino retrò che, per diversi anni, ha distribuito eccellente caffè, golosi dolcetti e allegra cordialità ai cittadini brescani.

.

.

 

   Bonera.2